
All’evento “40 Years of Medica: Innovating Health for Tomorrow”, tenutosi a Bologna per celebrare i quattro decenni di ricerca e innovazione firmati Medica, tra le tante voci autorevoli è intervenuto anche il prof. Loreto Gesualdo, presidente di FISM (Federazione Italiana delle Società Medico-Scientifiche).
"La domanda più urgente è: quali sfide dovranno affrontare i sistemi sanitari nei prossimi 20 anni? - si è interrogato il prof. Gesualdo, seguendo il tema dell'evento organizzato da Medica. Dobbiamo prepararci a un cambiamento globale. Credo che, nei prossimi due decenni, i sistemi sanitari di tutto il mondo si troveranno ad affrontare grandi sfide concomitanti. Le popolazioni stanno invecchiando, le malattie croniche sono in aumento, le città si stanno espandendo rapidamente e i cambiamenti climatici stanno introducendo nuove patologie. Tutto questo accade mentre le risorse sono limitate e l’accesso alle cure continua a essere diseguale. L’innovazione e le nuove tecnologie possono rappresentare una soluzione, ma dobbiamo evitare che diventino esse stesse un ulteriore problema. Tutto dipende da come le gestiremo".
Il presidente di FISM ha evidenziato anche i rischi di disuguaglianza che possono derivare dall'innovazione: "L’intelligenza artificiale può migliorare la precisione delle diagnosi e la chirurgia robotica è diventata più accurata e meno invasiva. Tuttavia, queste innovazioni comportano costi finanziari, etici e logistici. Se non ci prepariamo adeguatamente, rischiamo di creare un sistema sanitario a più livelli, dove le cure più avanzate sono riservate solo ai più ricchi.
Un’altra sfida cruciale riguarda la forza lavoro dedicata all’assistenza sanitaria. "Siamo pronti? La risposta, purtroppo, è no. Si stima che entro il 2030 ci sarà una carenza globale di oltre 10 milioni di operatori sanitari. Allo stesso tempo, i professionisti attualmente in servizio stanno vivendo condizioni sempre più difficili. Molti di loro stanno abbandonando il settore, aggravando così una crisi già in corso. Sorge quindi spontanea un’altra domanda: cosa possiamo fare oggi per evitare un collasso domani? La risposta è che serve un cambiamento strategico. Dobbiamo investire nella prevenzione, formare nuovi professionisti della salute, rafforzare i sistemi sanitari nelle aree meno servite e garantire che l’innovazione sia inclusiva e accessibile a tutti. Il futuro della sanità dipende dalle scelte che compiamo oggi e dalla nostra capacità di lavorare insieme, a livello globale".
Torna alle news